IN CASO DI NECESSITA' ROMPERE IL VETRO
Cara Sueua (sarebbe Sveva, pronunciato in latino), ho letto con attenzione l’ articolo pubblicato su “Vetri rotti”, quello che parla di Napoli, e ti comunico che concordo su molte valutazioni. D’altra parte, la cultura dello spirito critico è una tradizione del Genovesi che, come sai, fu anche il mio liceo. Nel merito, credo che sia compito sociale e civile degli studenti come voi riappropriarsi di Napoli che, in fin dei conti, è la seconda città storica dell’occidente dopo Atene. Riappropriarsene come? Rivalutando e facendo conoscere al suo popolo soprattutto, nello spirito dei maestri che vengono studiati, la sua cultura e spingendo sull’appartenenza. Personalmente, sono un tifoso di Federico II al quale tutta l’Europa deve il senso dello stato moderno e la nascita della nostra coscienza civile. Annoto nella mia percezione, altresì, che gli studenti (quelli che eravamo noi molti anni fa) hanno ideali, cioè azioni-guida dei comportamenti quotidiani. Vivaddio, non si tratta di sciancate Noemi ma di qualcosa di noematico, né di accattoni che da grandi vogliono “diventare veline o deputati”. Io personalmente, e molti quondam intellettuali, siamo con voi. “Vetri rotti” mi fa pensare alla necessità di infrangere ciò che si vede in apparente trasparenza, alla voglia di “toccare con mano”, di fare come Crisippo:”O Crisippo, in che consiste la conoscenza?”, e il buon filosofo stoico, come un maestro zen, apriva il palmo della mano mostrando le dita (le cinque sensazioni, poi lo chiudeva a pugno (il dià-leghein) e, infine, chiudeva il pugno col ma mano sinistra (l’es-per-ienza, l’andare attraverso da).
Ma vetro rotto può anche essere quello di una pedissequa e narcotizzante televisione che propone modelli,nel che è la sua responsabilità. Ma “voi, gli studenti, siete il sale della terra. Non si accende una lucerna per tenerla sotto il tavolo ma sopra il tavolo, perché illumini”.
Dunque, il vostro compito etico è portare questa luce di consapevolezza e di atteggiamento critico, di ragione e di partecipazione. E’ la stessa luce di cui parla Nelson Mandela in una splendida poesia in cui dichiara che noi abbiamo paura non del buio ma della potenza della nostra luce.
Credo che “Vetri rotti” potrà ospitare interventi di vari intellettuali, artisti, scienziati. Lo meritate e farò di tutto per farti arrivare articoli che, mi auguro e ne sono convinto, discuterete così come noi discuteremo i vostri in un rapporto di reciprocità.
Intanto, se volete e avete tempo, potete cominciare a verificare il tema della “maschera”, metafora del “potere”. E’ la “maska” (strega) provenzale o il “masticamento” di Plauto e di Pulcinella che non vuole essere divorato dalla morte, come lo Zanni di Dario Fo. E’ l’Ubù di sempre che Cartesio e Galileo sconfiggono dopo averlo trovato dentro di sé. Sai, ad esempio, che tutta l’opera di Cartesio non è altro che l’attuazione di un suo memorabile sogno? Se vi va, ci vediamo sabato 24 ottobre alle 0re 9.30 al Museo Archeologico Nazionale (aula didattica) dove cominceremo a smascherarci con l’aiuto di varie discipline.
Intanto, eccoti una parte di una mia lettura del “Sogno di Cartesio”, il “vetro” che lui ruppe:
≈ stava presso il danubio (c’è sempre un fiume) a scaldarsi i geloni renè. era assai freddoloso. lo avrebbe fatto fuori il gelo della sala delle udienze svedesi: non sapeva che freddo fa sostando in un’udienza. ricordava lo strabismo della prima innamorata. al gracile francese piacevano ragazze con gli occhi un poco storti, lo sguardo da teorema. stava in vestaglia, intento a disegnare un ex libris (late biosas o qualcosa del genere). pioveva senza pioggia ,come adesso. la penna d’oca fece scr sul foglio, un cigolìo da marchingegno. pensò alla relazione tra “silenzio” e “rumore. applicò alla questione l’ut nunc, il pons asinorum, le tavolette della verità. accertò che stavano in posizione biunivoca. ebbe l’ombra di un dubbio. il danubio scorreva, udibile e inaudito. si addormentò,toccandosi i geloni per esser certo del suo corpo. sognò un alcmeone, un ginn funesto. ed ecco viene l’ombra del dubbio per dove non è posta sentinella. esce da sé renè. si osserva. si accende un cerino sotto il naso caso mai non respiri. congettura qualcosa sullo specchio che aveva messo davanti alla stufa per raddoppiare il calore. si desta al crac di ramo secco che calpestiamo quando, disattenti, vogliamo prendere la morte di spalle.
da allora le cose rimasero contagiate dal dubbio di poter essere qualcosa, cose dell’altro mondo. innamorate della loro geometria, si costruirono un feticcio, un dio oggettivo, con gli occhi un poco storti, l’udito balbuziente e biforcuto: mente/ materia; ascisse/ ordinata≈
Buon lavoro. Mimmo Grasso
RINGRAZIO DI CUORE M.GRASSO
...spero abbiate apprezzato...
venerdì 23 ottobre 2009
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PER CHI PUO':
RispondiEliminaNON MANCATE
SABATO 24 OTTOBRE 2009
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE(NA)
ore 9.30
Mostra Permanente per l’Educazione Scientifica
RispondiEliminaSocietà Italiana di Fisica (SIF)
Associazione per l’Insegnamento della Fisica (AIF)
Cari colleghi
vi invito a prendere visione del Programma annuale del Ciclo di
Conferenze sul tema “Energia, Ambiente e Salute” che si tiene
nelle tre prestigiose sale della Cittadella Sacra da Febbraio a Giugno
2010. Al link
http://wpage.unina.it/area.download/cir/9-Nella_Cittadella_Sacra_parliamo_di.pdf
troverete il titolo della singola Conferenza, con un chiaro
sottotitolo che ne specifica il contenuto ed anche l’immagine del
relatore.
La prima conferenza “Clima ed Ambiente” sarà tenuta Giovedì prossimo,
25/02 alle ore 17, dal collega Guido Barone del Dipartimento di
Chimica della Facoltà di Scienze MM FF NN.
Con cordialità
Francesco di Liberto
Dipartimento di Scienze Fisiche
Universita` "Federico II" di Napoli
Complesso Universitario di Monte Sant'Angelo
Via Cinthia, 80126 - NAPOLI - Italy
tel.: +39 081.676486
fax : +39 081.676346
web:Statistical mechanics of complex system
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